Rassegna stampa

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Oggetto: Caso di successo SMAU 2022 Milano

Milano 11-10-2022
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Oggetto: Presentazione progetto

Crotone 26-05-2022

https://www.regione.calabria.it/website/portaltemplates/view/view.cfm?28630

https://fb.watch/dmTPFbHtF7/

https://www.crotoneok.it/il-kroton-lab-inizia-a-muovere-i-suoi-primi-passi/

https://www.crotoneok.it/kroton-lab-la-regione-calabria-cosi-amplifica-la-fruizione-dei-beni-archeologici/

https://www.crotoneok.it/il-fumetto-che-racconta-la-nostra-storia-da-faillo-alle-monete-di-kroton/

https://www.crotoneinforma.it/video/presentato-il-progetto-kroton-lab/

https://youtu.be/ZWKk2vqH2Ro

https://youtu.be/nxbSnPnft6Y

https://esperia.tv/valorizzare-il-patrimonio-archeologico-al-lavoro-gli-esperti-di-naos-lab/

Oggetto: Comunicato Stampa

Crotone 22-05-2022

“Università e impresa possono rendere il patrimonio culturale più accessibile a tutti”

Giovedì prossimo, nei locali del Museo di Capocolonna verrà ufficialmente presentato alla città di Crotone il Kroton Lab, il progetto della Naos Lab e del Laboratorio Modelli del Dipartimento di Ingegneria Civile dell’Università di Salerno, che si è aggiudicato il Bando Regionale Living Lab.
In questi ultimi mesi abbiamo avuto modo di presentare i tanti prodotti del Kroton Lab, ma alla vigilia di questo evento ufficiale, abbiamo voluto accendere i riflettori sul contributo che l’Ateneo campano, e in particolare l’équipe del professore Salvatore Barba, ha fornito per la realizzazione del progetto.
Kroton Lab ha operato con lo scopo di attivare e sostenere un processo partecipativo – suscettibile di future implementazioni – per la costruzione di conoscenza e identità, basato sulla comunità di riferimento e su un’analisi dei fabbisogni volto, da una parte, a essere da stimolo verso l’appropriazione o ri-appropriazione collettiva del vasto “patrimonio culturale” e, dall’altra, proponendo una nuova modalità di “visita culturale” attraverso una progettazione di fruizione “sostenibile”, “distanziata” e “ridistribuita” in base ai tempi e ai luoghi e, conseguentemente, allargando i benefici e gli impatti, diretti e indiretti, banalmente anche economici, a livello locale e regionale.
Comprendere appieno il contributo dell’Ateneo di Salerno in questo percorso, non è immediato. A spiegare il ruolo che il Laboratorio Modelli del Dipartimento di Ingegneria Civile di Salerno ha avuto nel progetto è il professore Barba.
“Chi pensa che l’accostamento tra un Dipartimento di Ingegneria Civile e tematiche come quelle di promozione culturale sia poco naturale, sbaglia; si va sempre più verso una contaminazione di saperi, anche tra mondo della ricerca e quello produttivo. Se così non fosse l’Università finirebbe per non dare un contributo, o pochi, alla crescita del territorio. Il connubio azienda-università ha anche un effetto di amplificazione sui risultati perseguibili e sulla relativa diffusione, ancor di più in un progetto come questo che si è rilevato come un caso emblematico di ricerca applicata”.
“Università e impresa possono, insieme, rendere il patrimonio culturale più accessibile e farlo conoscere a tutti. È probabile che ci sia ancora oggi qualche crotonese che non conosce appieno la ricchezza intorno alla quale, ogni giorno, si muove. Se non si riesce a dare a questo patrimonio il giusto e doveroso valore aggiunto, anche in termini di attrattività turistica e di sviluppo economico per il territorio, si rischia che queste stesse ricchezze siano viste come un eventuale ostacolo (ad esempio, di tipo vincolistico-urbanistico)”.
Entrando nei particolari del progetto Kroton Lab, la sinergia tra azienda e Università è immediatamente leggibile analizzando gli output del progetto, con il lavoro del Laboratorio dell’ateneo salernitano a supporto e da base ai prodotti realizzati dalla Naos.
“Abbiamo lavorato su diversi livelli di scala, siamo partiti dagli oggetti più piccoli, disponibili nei due musei archeologici, applicando molteplici tecniche, per una digitalizzazione dei reperti. Questo lavoro consente di mettere a disposizione un ‘gemello digitale’ che poi può essere, come in questo caso, oggetto di un’applicazione ad hoc per la sua fruizione. Ma non è solo questo: l’obiettivo è lavorare per incentivare le visite sul territorio tramite la promozione di questi tesori. Pensiamo, ad esempio, a come possa essere meglio valorizzato un oggetto ricostruito digitalmente che in un museo è posto magari in una teca poco illuminata, oppure non in prima fila, o esposto in modo tale che se ne possa osservare solo una porzione. L’oggetto digitale, invece, è come se fosse nella mano di ogni singolo visitatore”.
Confrontandosi con oggetti piccoli o piccolissimi insorgono però difficoltà: così il diadema di Hera si è rivelato uno dei manufatti più complessi e ostici con cui cimentarsi, a causa del materiale, l’oro che è notoriamente molto riflettente, e per la minutezza e ricchezza dei dettagli.
Queste difficoltà hanno, però, offerto l’opportunità di testare metodologie e tecniche diverse, ricercando soluzioni ottimali e innovative, da eventualmente estendere poi ad altri casi studio.
Dal punto di vista della ricerca, proprio grazie alle possibilità offerte da Kroton Lab, l’équipe salernitana, coordinata sul campo dall’ingegnere Marco Limongiello, ha continuato a testare e quindi migliorare alcuni innovativi e singolari approcci, come la cosiddetta micro-fotogrammetria, che vede pochissime altre unità di ricerca italiane impegnate sulla tematica. Ovviamente, c’è stata anche la possibilità di testare nuove strumentazioni, lanciate da poco sul mercato e valutarne così la validità.
Il Laboratorio Modelli non si è fermato a queste attività ma ha lavorato, come si diceva, a diversi livelli di scala; dai più piccoli oggetti presenti all’interno dei due musei, si è passati a una scala architettonica, con la generazione di una replica digitale dell’edificio del Museo Archeologico di via Risorgimento (in ambiente BIM), su cui si sta ancora lavorando. Un modello del genere, poi messo nelle disponibilità della stessa istituzione, potrebbe risultare utile per qualsiasi futuro intervento sull’edificio, che sia di manutenzione, conservazione o restauro. Il Museo Nazionale di Crotone potrebbe diventare così uno dei pochi musei in Italia già dotato di un tale strumento, un altro fiore all’occhiello per la nostra Città.
Il Castello di Carlo V ha rappresentato poi un nuovo passo, dalla scala architettonica a quella urbana, perché non investigato come un “unicum architettonico”, ma come parte dell’intero sistema murale e del centro storico. Sul Castello sono state sviluppate diverse applicazioni, una più tradizionale con l’uso di droni e laser scanner terrestri, e una più innovativa, in collaborazione con il “DAda Lab” dell’Università di Pavia e l’impiego di un recente scanner dinamico.
Interessante pure il lavoro svolto sulle mura vicereali, in cui sono state studiate le scritte, soprattutto sul Rivellino, che i lavoratori dell’epoca hanno lasciato incise. Fotogrammetria e laser scanner le hanno messe in evidenza e hanno dato vita a ricostruzioni più dettagliate delle stesse.
Infine, per quanto riguarda la scala paesaggistica, ovvero relativa a grandi superfici, i ricercatori dell’Università di Salerno si sono cimentati sul promontorio di Capocolonna: il rilievo di questi 213 ettari è stato effettuato con droni e GPS.
“Noi non siamo una ditta – ci spiega il professore Barba –, un’azienda che fa rilievi magari avrebbe utilizzato meno tempo, ma noi non abbiamo l’obiettivo del semplice risultato abbiamo l’obbligo di perseguirlo sviluppando sempre qualcosa di più originale o innovativo. Per esempio, dove sarebbe stata sufficiente una sola speditiva acquisizione, un solo rilevamento, noi ne abbiamo portato a termine almeno tre, ottenendo dati ridondanti su cui giocare in laboratorio e poi tirare la sintesi delle diverse tecnologie implementate: banalmente è come avere più ingredienti e, come sappiamo, per un buon piatto di pasta non è sufficiente la sola pasta”.
L’Università di Salerno ha svolto anche un ruolo da ‘attrattore’, verso altri atenei e aziende che hanno voluto e potuto dare il proprio contributo alla realizzazione del Kroton Lab, una sorta di moltiplicatore di partner che ha portato sul territorio e sul progetto: tre Università, oltre alla citata Pavia, Palermo e Aveiro (in Portogallo); l’Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale del CNR; e diverse aziende, come la “Heisenberg Srl – Aerial Imaging” di Napoli, la “3D Industrial Design Group” di Milano e l’olandese “Dino-Lite”.
Ma la missione dell’Università è soprattutto la formazione.
E questo aspetto, purtroppo, causa Covid, al Kroton Lab manca, almeno per ora. Il professore Barba, infatti, vorrebbe organizzare, nel prossimo anno, una Summer School a Crotone, per giovani ricercatori e dottorandi che in Italia stanno lavorando su tematiche analoghe a quelle del progetto; l’obiettivo sarà farli cimentare sul campo con applicazioni dirette ai casi studio di Kroton Lab, così da auspicabilmente aggiornarlo nel tempo.
Si può dare, in tal modo, una continuità ideale al Kroton Lab.

Oggetto: Comunicato Stampa

Crotone 11-5-2022

Aversa: “Il Kroton Lab per raccontare il reperto, il luogo, la storia”

La Direzione museale ha svolto il ruolo di partner istituzionale nella realizzazione del Kroton Lab. Un ruolo svolto in modo attivo e partecipato per dare un contributo fattivo al fine di affinare i prodotti del progetto e renderli più funzionali soprattutto alle esigenze del museo archeologico di Capocolonna.
Abbiamo voluto approfondire l’argomento con Gregorio Aversa, direttore del Museo archeologico nazionale di Crotone e Museo e Parco archeologico nazionale di Capo Colonna, che sta seguendo il progetto sin dalla sua nascita.
“Io spero che questo progetto – ci ha raccontato Aversa – riesca a rendere il museo di Capocolonna più efficiente dal punto di vista multimediale. Mi sono reso conto che i visitatori hanno bisogno di essere accompagnati durante la propria visita ed i prodotti multimediali che il Kroton Lab mette a disposizione si prestano in questo senso. Chiaramente questa non è un’operazione che cura solo l’immagine, una bella maniera per presentare le cose, ma deve trasmettere conoscenza in una forma diversa, ecco perché si è lavorato con criterio e qualità, con attenzione al contenuto scientifico”.
La caratteristica principale dei prodotti multimediali è proprio nella loro possibilità di essere aggiornati senza essere stravolti, in modo tale da assecondare scoperte o studi e ricerche futuri che potrebbero anche modificare la percezione che oggi abbiamo di alcune ricostruzioni.
“Noi speriamo – ci confida il direttore – di poter procedere con la ricerca sul campo, in modo tale da essere stimolati ad aggiornare sempre i nostri prodotti”.
Sono tanti i prodotti del Kroton Lab che spaziano nell’utilizzo di più tecnologie e diversi linguaggi. Alcuni di questi sono stati accuratamente lavorati proprio per il museo di Capocolonna.
“Io conto che tutto sia d’interesse e che tutto sia utile e apprezzato dai nostri visitatori. Quello, però, a cui tengo di più, forse perché l’ho seguito con più attenzione e più interesse, è il video intitolato “Capo Lacinio. Il mito, nel tempo” una modalità innovativa per raccontare la storia e l’evoluzione del promontorio Lacinio partendo proprio dalla fondazione, in maniera sintetica, rapida e accattivante. Il video, che è stato prodotto in doppia lingua, italiano e inglese, sarà collocato all’interno del museo di Capocolonna, nella parte iniziale del percorso di visita. Sono convinto che possa avere la sua efficacia”.
Susciterà l’interesse dei visitatori un altro prodotto innovativo, il “Tavolo interattivo”, uno strumento multimediale che consentirà, tramite la proposta di percorsi tematici e la ricreazione in modellazione 3D, di comprendere meglio i reperti archeologici presenti nel museo e la loro collocazione originaria.
Il successo e la fruizione di musei e parchi archeologici e sono oramai determinati dal “racconto”. Un reperto, al di là della sua bellezza o grandezza, agli occhi di chi lo guarda, diventa più interessante rispetto a cosa può testimoniare e raccontare, dalle storie degli uomini agli spazi, che vi si sono succeduti intorno.
Kroton Lab mette a disposizione alcuni strumenti che rendono il racconto più avvincente e più fruibile.
L’uso dei fumetti e della realtà aumentata va proprio in questo verso.
“Il fumetto – aggiunge il direttore Aversa – sono convinto che sia uno strumento molto utile per avvicinare le nuove generazioni, ma in generale gli strumenti di Kroton Lab ci consentono di interagire con più pubblici. Che poi è il problema dei musei che vengono spesso accusati di essere troppo statici, troppo rivolti agli addetti ai lavori o a chi ha un livello culturale adeguato alla visita, insomma l’accusa che si fa ai musei è quella di essere noiosi. Il racconto dovrebbe dare una risposta a questo problema, agevolare la lettura e la comprensione immediata del reperto. D’altronde quando una cosa viene compresa da un bambino, vuol dire che è comprensibile per tutti e non perché i bambini non siano all’altezza, tutt’altro. I bambini hanno più senso critico ed un livello di attenzione maggiore rispetto agli adulti, vogliono capire e se una cosa non gli torna te lo dicono. Ecco la sfida è riuscire a raccontare il reperto, il luogo, la storia in modo tale da essere realmente completa e alla portata di tutti, e i prodotti multimediali del Kroton Lab sono sicuramente strumenti adeguati per centrare questo obiettivo”.
Il timore è che, come spesso accade nel nostro territorio, il Kroton Lab sia il solito progetto che, una volta realizzato, viene poi dimenticato, ed invece è un progetto che ha potenzialità di sviluppo enormi.
“La risposta dovrà venire proprio dal pubblico! – risponde Aversa – Saranno i visitatori a dirci se e quanto il Kroton Lab funzioni. Lo strumento tecnologico è di per sé molto versatile e quindi si presta anche ad adeguarsi alle esigenze del visitatore. Critiche e suggerimenti ci potranno consentire di migliorare e rendere più efficienti ed efficaci i prodotti del Kroton Lab. Di certo sono convinto che l’aggiornamento continuo di questi prodotti sarà utile farlo”.
Il racconto di Kroton è una sfida, non solo per le nuove tecnologie, ma anche per archeologi e ricercatori, ancora tutta da affrontare.
“Potrei affermare – conclude il direttore Aversa – che noi abbiamo raccontato, fino ad oggi, soltanto il 10 per cento di Kroton. Abbiamo un’idea precisa di Kroton, ma spesso ci sfugge il dettaglio. Ancora oggi ci sono visioni e ricostruzioni molto diverse tra loro e questa diversità è dovuta proprio all’assenza dei dettagli. Abbiamo tante fonti letterarie scritte che ci raccontano l’importanza che Kroton ha avuto nella sua storia, ma dato che i materiali, gli oggetti e le situazioni sul campo risultano limitate, allora si scatena da una parte la fantasia, dall’altra la voglia di conoscere e di comprendere il più impossibile in profondità”.
Il progetto Kroton Lab sarà presentato giovedì 26 maggio, proprio nei locali del museo archeologico di Capocolonna.

Oggetto: Comunicato Stampa

Crotone 28 aprile 2022

“Il Tripode, l’Airone e il Triangolo Magico, ecco i fumetti che raccontano Kroton”

Eracle, Miscello, Faillo e Milone, Kroton, Capo Colonna e Crotone con i suoi ragazzi, non potevano che essere questi gli elementi fondamentali della collana di fumetti che verrà realizzata nell’ambito del Kroton Lab, il progetto innovativo con cui la Naos si è aggiudicata il bando regionale Living Lab.
Una collana di fumetti formata da tre volumi che verrà trasformata, anche grazie all’apporto della realtà aumentata, in un vero e proprio strumento di comunicazione e di promozione del territorio.
Accanto ad alcune vignette sarà posto il logo del progetto, quello sarà il segnale per il lettore che ci sono dei contenuti di approfondimento, da visionare in realtà aumentata. Si potrà così accedere ad approfondimenti storici, a curiosità, a contenuti multimediali come immagini e modelli 3D dei reperti citati nelle storie.
Tre volumi con tre storie distinte ma che, ognuna dal suo punto di vista, racconteranno Kroton, i suoi personaggi e la sua filosofia, racconti che saranno innestati nella città moderna, tra i giovani della Crotone 2022 con le loro dinamiche e il loro sguardo sulla realtà.
Il primo fumetto non può che raccontare il mito della fondazione con Eracle che va in sogno a Miscello e gli ordina di fondare la grande città «nelle belle pianure arabili», e di chiamarla Kroton, onorando in questo modo il nome del suo amico morto durante il tentato furto di Lacinio dei famosi buoi di Gerione.
Il racconto, che ha come protagonisti quattro giovani in visita al Museo di Crotone, prende il via da un reperto apparentemente privo di fascino, una piccola moneta d’argento di Kroton che, in realtà, sarà lo strumento per far compiere ad una delle protagoniste un tuffo nella storia della città e delle sue origini.
Il pretesto narrativo allude alla capacità posseduta da ogni reperto archeologico di divenire, se opportunamente interrogato, strumento di narrazione del racconto e del mito.
Il secondo fumetto è dedicato alle gesta atletiche ed eroiche di Faillo, grande erede “sportivo” di Milone.
Faillo è immaginato come un ragazzo della Kroton del VI secolo a.C. che, ammaliato dalle imprese e dalle prodezze del grande e leggendario Milone, decide di emularlo diventando, a sua volta, un campione negli agoni greci, continuando la grande tradizione degli uomini di Kroton dediti tanto all’arte della guerra quanto alle discipline atletiche, al punto tale che, proprio grazie alle loro continue vittorie negli agoni panellenici, fu proverbiale il detto l’«ultimo dei krotoniati era il primo fra tutti gli altri greci».

Ed infine il terzo fumetto, il più intrigante tra i tre, che racconta i principi della filosofia classica, girando intorno ad un personaggio misterioso, in un confronto tra un nonno e la sua giovane e ribelle nipote ambientato tra le vie dell’attuale Crotone.
Questo fumetto coinvolgerà direttamente il lettore, chiedendogli di cimentarsi anche nella realizzazione dei disegni di alcune vignette seguendo il filo del racconto e le battute incalzanti tra nonno e nipote.
Il finale dai contorni sfumati è stato lasciato appositamente aperto e all’intuizione dei lettori più accorti, quasi come a voler raccogliere l’ultimo e forse il più importante invito che il saggio nonno rivolge alla nipote: “coltivare sempre la curiosità”.
Il Tripode, l’Airone e il Triangolo magico sono gli elementi mistici alla base di questa trilogia di fumetti che costituiscono un unicum narrativo per rappresentare al mondo l’enorme e ricco patrimonio storico, archeologico e culturale della città di Crotone.
I disegni sono stati realizzati da Riccardo Scognamiglio, i dialoghi sono stati curati da Roberta Nisticò, la sceneggiatura originale è del crotonese Francesco De Marco.

Oggetto: Comunicato Stampa

Crotone, 21 aprile 2022

Il Kroton Lab per rendere unica la visita di Crotone

 

“Kroton Lab” è il progetto di innovazione della Naos, che si è aggiudicato il bando regionale Living Lab.
In questa fase, ultima del progetto che mira alla definizione di tutti i percorsi immaginati e realizzati per costruire le attività de progetto Kroton Lab, la NAOS Lab, società di consulenza e sviluppo software, specializzata nella progettazione e nella realizzazione di applicazioni per la valorizzazione dei Beni Culturali, e il Dipartimento Ingegneria Civile dell’Università di Salerno stanno presentando i prodotti del Kroton Lab per consentire a curiosi, appassionati e stakeholder di addentrarsi gradualmente nel progetto.
Per stimolare l’interesse di chi non conosce l’offerta culturale della città e si approccia per la prima volta ad essa, sono stati individuati i luoghi più adatti alla fruizione dell’offerta tecnologica, il Museo Archeologico Nazionale di Crotone, il Museo e Parco Archeologico Nazionale di Capo Colonna e il centro storico della città con il Castello Carlo V e la cinta muraria, e in più sono state ipotizzate due modalità di fruizione, quali la visita On Site e la visita Off Site.
Le visite “Off Site”, quelle, cioè, realizzate da utenti non presenti a Crotone, costituiscono lo scenario in cui i contenuti informativi sono fruibili anche all’esterno dei luoghi di interesse.
Siamo di fronte al classico gioco delle parti, in cui bisogna far vedere quanto basta per incuriosire così tanto da trasformare l’utente dell’applicazione in un vero e proprio turista, perché l’obiettivo è quello di portare fisicamente il curioso a Crotone.
Oggi approfondiamo gli strumenti della “visita On Site”, quelli, cioè, creati per rendere “unica” l’esperienza del turista presente a Crotone.
L’obiettivo in questo contesto è progettare soluzioni che supportino e accompagnino i visitatori durante la visita; questo tipo di soluzione abiliterà la navigazione di livelli informativi costituiti da testi, video, filmati, modelli e informazioni contestualizzate a qualunque elemento significativo a supporto della visita.
Sono state ideate diverse tipologie di applicazioni che offriranno questo tipo di visita, l’applicazione mobile, applicazione per tavolo interattivo, applicazione per realtà virtuale.
Per offrire un servizio quanto più affine alle diverse categorie di utenti sono stati studiati i dati dei visitatori che ogni anno giungono a Crotone, e in particolare quelli che visitano i musei e il Parco archeologico.
I dati raccolti hanno condotto alla definizione di tre differenti profili: “bambino”, “adulto” ed “esperto”, in risposta alla necessità di costruire un’offerta su misura, in grado di stimolare l’interesse dei visitatori andando a toccare una sensibilità che varia a seconda dell’età, dagli studi pregressi e dal tipo d’interesse.
L’applicazione mobile ha lo scopo di offrire ai cittadini e ai visitatori un valido strumento di approfondimento e di conoscenza della storia millenaria della città, a partire dall’età della Magna Grecia fino all’età moderna, tramite la realizzazione di percorsi culturali che comprendono schede di approfondimento su reperti, aree archeologiche e monumenti della città.
L’applicazione per il tavolo interattivo offrirà ai visitatori, che si trovano al museo di Crotone o Capo Colonna, di avere tutte le informazioni e gli approfondimenti necessari ad effettuare la migliore visita. Quest’applicativo, ruota intorno al concetto della “tetraktys” (τετρακτύς – tetrade) pitagorica, paradigma del kósmos (κόσμος), numero ciclico e perfetto che racchiude il sapere dei pitagorici e i princìpi del tutto. Tale struttura, in passato, rappresentava per i pitagorici la successione aritmetica dei primi quattro numeri naturali, e da qui derivano i concetti fondamentali legati alla città di Crotone: Sacro, Sapere, Migliori, Kroton.
 I visitatori quindi, avranno di fronte a sé una schermata in cui cliccando su ogni pulsante potranno accedere alle aree tematiche.
Ad ognuno di questi quattro concetti (Sacro, Sapere, Migliori, Kroton) il progetto si propone di dare di nuovo voce a reperti che apparentemente da soli non riescono a trasmettere nulla, ma grazie al supporto delle tecnologie possono ritrovare la loro giusta “collocazione” e raccontare del proprio passato.
L’applicazione per realtà virtuale consente, per quanto possibile, di ricostruire un ambiente sacrale della civiltà greca e di un ambiente per un gioco tridimensionale alla scoperta di antichi reperti e di enigmi da risolvere.

Oggetto: Comunicato Stampa

Crotone, 8 aprile 2022

Kroton Lab per valorizzare Crotone

Cominciano a definirsi i primi prodotti del “Kroton Lab”, il progetto della Naos che si è aggiudicato il bando regionale Living Lab.
In attesa della presentazione ufficiale del progetto, prevista per il 26 maggio, la NAOS Lab, società di consulenza e sviluppo software, specializzata nella progettazione e nella realizzazione di applicazioni per la valorizzazione dei Beni Culturali, e il Dipartimento Ingegneria Civile dell’Università di Salerno hanno deciso di cominciare a condividere e raccontare alcuni aspetti del Kroton Lab.
Kroton Lab è un progetto complesso, composto da più parti che si intersecano tra loro, come pezzi di un puzzle che, una volta composto, aspira a diventare una nuova risposta alla domanda di fruizione del patrimonio archeologico e culturale crotonese.
L’obiettivo del progetto è duplice: mira, da una parte, a stimolare la Comunità crotonese verso la riscoperta della propria identità e l’appropriazione del suo vasto “Patrimonio Culturale” e, dall’altra, propone una nuova modalità di “visita culturale”, nuova sia nei “mezzi” che nei contenuti.
Nel corso di questi mesi si è proceduto ad un’attenta analisi del territorio di Crotone al fine di individuare gli scenari strategici determinati a incrementare gli elementi culturali ed esperienziali del territorio; a rafforzare il rapporto tra il patrimonio culturale e il suo contesto di origine; a consolidare la relazione tra la città e la filiera di strutture, servizi, ed elementi tecnologici.
Il territorio urbano della «Città di Crotone» si sviluppa su una superficie di circa 180 chilometri quadrati e, per ben oltre la metà della sua estensione, insiste sulle vestigia del proprio passato, con ininterrotte evidenze archeologiche, storiche, artistiche e culturali che vanno dalla preistoria fino ai giorni d’oggi.
L’analisi del territorio ha condotto all’ideazione di soluzioni tecnologiche che possano innovare e arricchire il sistema di governance e promozione del territorio.
Per stimolare l’interesse di chi non conoscere l’offerta culturale della città e si approccia per la prima volta ad essa sono stati individuati i luoghi più adatti alla prototipazione dell’offerta tecnologica: i siti museali di Crotone e di Capo Colonna, il centro storico della città con il Castello Carlo V e la cinta muraria.
Sono state ipotizzate due modalità di fruizione: la visita On Site e la visita Off Site.
Per quanto riguarda le visite “On Site”, l’obiettivo che il progetto si propone è quello di creare soluzioni non invasive che supportino i visitatori accompagnandoli durante la loro visita proprio nel momento della loro esperienza a Crotone, creando in tal modo un’esperienza unica.
Un turista nel momento in cui sta vivendo la propria esperienza direttamente su un sito archeologico o culturale della città, tramite questo tipo di soluzione avrà a disposizione, grazie alle diverse applicazioni, testi, video, filmati, modelli e informazioni contestualizzate a qualunque elemento significativo si troverà davanti.
Sono state ideate 4 diverse tipologie di applicazioni che offriranno questo tipo di visita, l’applicazione mobile, applicazione per tavolo interattivo, applicazione per realtà virtuale, applicazione per AR (realtà aumentata).
Ma concentriamoci, un po’ di più, sulle visite “Off Site”, quelle, cioè, realizzate da utenti non presenti a Crotone.
Queste visite costituiscono lo scenario in cui i contenuti informativi sono fruibili anche all’esterno dei luoghi di interesse.
Siamo di fronte al classico gioco delle parti, in cui bisogna evitare di far vedere tutto e contestualmente far vedere quanto basta per incuriosire così tanto da trasformare l’utente dell’applicazione in un vero e proprio turista, perché l’obiettivo è quello di portare fisicamente il curioso a Crotone.
Il livello di approfondimento dell’informazione “fruibile” sarà, quindi e ovviamente, limitato allo scopo di stimolare l’utente alla visita dei luoghi proposti.
L’applicazione mobile è quello strumento ritenuto più idoneo per realizzare questa tipologia di esperienza.
L’utente potrà scaricare l’app, a partire dal giorno dell’evento, guardare la galleria multimediale e accedere solo parzialmente alle schede di approfondimento, il tutto mira ad incuriosire il potenziale turista per favorire il suo approdo nelle località reali e fruire, quindi, dal vivo dei contenuti generali.
Per realizzare una fruizione off line, si è pensato di utilizzare anche la realtà aumentata: si sta, infatti, lavorando alla realizzazione di fumetti con contenuti aggiunti in realtà aumentata. Siamo certi che le storie raccontate dal fumetto e la possibilità di interagire con il racconto grazie alla realtà aumenta non potrà che aumentare la curiosità del lettore e spingerlo alla visita dei luoghi di Kroton e Crotone, in cui sono ambientati i racconti dei diversi personaggi.

Oggetto: Comunicato Stampa

Crotone 30 marzo 2022

Il 26 maggio la presentazione del Kroton Lab alla città

Il progetto Kroton Lab procede spedito verso la sua conclusione.
Sono questi gli ultimi mesi di attività che porteranno, a breve, alla presentazione di questo nuovo progetto che si pone l’obiettivo di “raccontare” Kroton e Crotone e il suo sistema culturale-creativo, al fine di favorire una fruizione non solo innovativa ma al tempo stesso sempre più consapevole del patrimonio.
Il progetto “Kroton Lab” mira alla promozione di una nuova tipologia di fruizione, potenziando le bellezze già note e, soprattutto, valorizzando luoghi e spazi meno conosciuti.
“Kroton Lab” il progetto della Naos che si è aggiudicato il bando regionale Living Lab, nasce per migliorare le condizioni di offerta e fruizione del territorio e del suo patrimonio storico-archeologico, promuovendo reti di servizi e sistemi integrati, legandosi all’attivazione e al sostegno di processi di “appropriazione collettiva” da parte della popolazione, del proprio futuro legato alla storia della città, attraverso nuovi modelli innovativi.
Sono due i partner che hanno dato vita al Kroton Lab, la Naos Consulting,  società di consulenza e sviluppo software, specializzata nella progettazione e nella realizzazione di applicazioni per la valorizzazione dei Beni Culturali; e il  Dipartimento Ingegneria Civile Università di Salerno.
Nei mesi scorsi, una equipe formata da tecnici di Naos e il professore ordinario Salvatore Barba, direttore del Laboratorio Modelli, con il suo gruppo di dottorandi e ricercatori dell’Università di Salerno sono stati a Crotone per eseguire rilievi, catalogazione, ricerca e acquisizione dei reperti più interessanti presenti nei due musei di Crotone di Capocolonna.
Questo lavoro è stato sfruttato poi nei “laboratori” di Naos e del Dipartimento Ingegneria Civile dell’Università di Salerno per dare vita ai “prodotti” che costituiranno il cuore del “Kroton Lab”.
“Kroton Lab” ha operato con lo scopo di creare un processo partecipativo di costruzione di conoscenza e identità basato sul coinvolgimento diretto della comunità e su un’analisi approfondita dei bisogni delle singole persone.
Kroton Lab è una risposta nuova alla domanda di fruizione del patrimonio archeologico e culturale crotonese, domanda che varia in base ai tempi e ai luoghi di provenienza.
Sfruttando le nuove tecnologie Kroton Lab mira ad allargare i benefici e gli impatti economici diretti e indiretti sia a dimensione regionale che locale del Patrimonio Culturale.
L’obiettivo del progetto è duplice: mira, da una parte, a stimolare la Comunità di riferimento verso l’appropriazione collettiva del suo vasto “Patrimonio Culturale” e, dall’altra, propone una nuova modalità di “visita culturale”, nuova sia nei “mezzi” che nei contenuti.
Crotone è luogo fisico d’incontro di beni materiali e immateriali, di oggetti e racconti, di storie e leggende, di miti e culti.
Attraverso le evoluzioni delle “culture” nel tempo, e proprio raccogliendo più informazioni possibili attraverso attività di ricerca e studio, bibliografico e sul campo, è stato possibile individuare una serie di oggetti materiali altamente rappresentativi nella loro specificità e dimensione immateriale grazie ai quali rendere possibile la costruzione di “quel paziente labirinto di linee” che, attraverso una adeguata comunicazione dei contenuti, traccia l’immagine del volto dell’intera “Comunità” che in essa si specchia, costruendo l’oggetto principale dell’azione del “Kroton Lab”.
Attraverso questi oggetti il racconto diventa più intrigante e affascinante, creando una corrispondenza diretta tra oggetto, storia e fruitore che, interagendo tra loro, possono dare vita ad una vera e propria navigazione tra le pagine di storia di Kroton.
Le soluzioni adottate e che nelle prossime settimane verranno presentate alla comunità crotonese, sono un’applicazione mobile, l’applicazione “tavolo interattivo”, un’applicazione VR (realtà virtuale), un’applicazione AR (realtà aumentata).
Ma Crotone non sarà solo terreno di studio, ma in città sono stati individuati alcuni luoghi in cui portare avanti le sperimentazioni del progetto.
Nei prossimi giorni entreremo sempre di più nel progetto, per poi arrivare al 26 maggio, quando il “Kroton Lab” verrà ufficialmente presentato alla città di Crotone.

Oggetto: Comunicato Stampa

Crotone 29 luglio 2021

Il progetto “Kroton Lab” entra nel vivo

“Kroton Lab”, il progetto della NAOS Lab e del Dipartimento di Ingegneria Civile di Salerno, che si è aggiudicato il Bando Regionale Living Lab, è entrato finalmente nel vivo.
Il progetto è nato per migliorare le condizioni di offerta e fruizione del territorio e del suo patrimonio storico-archeologico, promuovendo reti di servizi e sistemi integrati, annodandosi, attraverso nuovi modelli innovativi, all’attivazione e al sostegno di processi di “appropriazione collettiva” da parte della popolazione locale per un nuovo futuro indissolubilmente legato alla storia della Città.
L’innovazione strategica che il progetto intende perseguire riguarda il sistema culturale-creativo, al fine di favorire una disseminazione, sempre più consapevole, del patrimonio.
Il progetto “Kroton Lab” mira alla promozione di una nuova tipologia di fruizione, potenziando le bellezze già note e, soprattutto, valorizzando luoghi e spazi meno conosciuti. Infatti, in coerenza con la Strategia Regionale per l’Innovazione e la Specializzazione Intelligente 2014-2020 – Turismo e Cultura, l’obiettivo del progetto è lo sviluppo di nuovi percorsi esperienziali, interattivi e di fruizione della conoscenza, attraverso l’utilizzo delle più moderne tecnologie digitali. Strumenti che, se coerentemente applicati, possono favorire innovativi meccanismi di fruizione e valorizzazione di oggetti e luoghi, basati sull’idea che il visitatore sia parte attiva del percorso esperienziale.
Sono due i partner che hanno dato vita a “Kroton Lab”, la NAOS Lab, società di consulenza e sviluppo software, specializzata nella progettazione e nella realizzazione di applicazioni per la valorizzazione dei Beni Culturali e il Dipartimento di Ingegneria Civile dell’Università degli Studi di Salerno, un Dipartimento di eccellenza specializzato nei più avanzati sistemi di rilievo 3D.
In questi giorni, una équipe formata da tecnici di Naos (ingegneri informatici, architetti, grafici, storici dell’arte) e del Laboratorio Modelli di Salerno (con 11 giovani ricercatori, tra assegnisti, borsisti e dottorandi) sono stati a Crotone per portare a termine una catalogazione sperimentale dei più interessanti reperti presenti nei Musei di Crotone e di Capocolonna, applicando sistemi di presa laser scanner e fotogrammetria, terrestre e da drone, per acquisizioni che si sono spinte a tutta l’area del Parco Archeologico e al centro storico della Città, al fine di renderli maggiormente fruibili secondo le indicazioni di due preziosissimi archeologi del luogo.
«Il lavoro procede bene – ha commentato il professore Barba – stiamo avanzando nei nostri rilievi, in alcuni casi sperimentando strumentazioni ancora non disponibili sul mercato. È ancora presto per ritenerci soddisfatti ma siamo sulla buona strada. Devo dire che il patrimonio archeologico di Crotone è veramente affascinante e siamo pronti a ritornare a settembre-ottobre per nuove attività e per poi presentare i primi risultati del progetto alla Città».
Difatti, il progetto è un po’ in ritardo rispetto alla tabella di marcia, perché ha risentito del blocco imposto dalla pandemia, ma «stiamo, finalmente, entrando nel cuore del progetto – ha dichiarato Lidia La Rocca per NAOS Lab – il lavoro svolto in città in questi giorni è stato molto proficuo. Vogliamo espressamente ringraziare il direttore dei musei di Crotone, Gregorio Aversa e la Direzione Regionale Musei Calabria per la sensibilità che hanno dimostrato nei confronti del progetto, la disponibilità dei dipendenti oltre a ringraziare il Settore Ricerca Scientifica e Innovazione tecnologica della Regione Calabria per l’opportunità fornitaci finanziando questo progetto. Un progetto che il Comune di Crotone ha voluto seguire con attenzione, grazie all’interessamento del Sindaco e dell’Assessore alla cultura, Rachele Via. Siamo stati accolti benissimo in città, ed in modo particolare nei musei dove abbiamo trovato una immediata, entusiasta ed efficiente disponibilità da parte di tutti i dipendenti».
L’esperienza di questi giorni si è anche arricchita dalla presenza di docenti stranieri, guidati da Fernanda Rodrigues della “Universidade de Aveiro” in Portogallo, venuti a Crotone per approfondire l’uso delle differenti tecnologie e metodologie finalizzate alla conservazione e diffusione del Patrimonio Culturale.